A PIENE MANI, L’EROS INTANGIBILE (di Roberto Nespola)

Giardini d’Adone

Si tinge del mio sangue
la tua orchidea d’avorio
e dei tuoi occhi le mie mani
s’incoronano – divini.

Schizza il fuoco
tra i ciuffi d’erba
nei giardini d’Adone,
per quel grembo
che non è ventre
ma osmosi di vuoti
rilucenti,
terra dentro terra.

Al tatto, le nostre pupille
s’invischiano d’umori
metafisici.

 

***

 

Amo il tuo corpo d’assenze

Mentre ti carezzo,
nel tondeggiare dei tuoi glutei,
dei tuoi fianchi, dei tuoi seni,
cresce una placenta di sospiri;
risacca dopo risacca,
mette radici un mare d’ attese;
a sverginare le pietre d’un altrove.
Amo il tuo corpo d’assenze,
dolce semina per i tuoi capezzoli
ricolmi di baci,
lo palpo, vi affondo le dita
della mente, inabisso la mia
bocca nella sua carne
di fuoco: brucio l’amplesso
col sangue del desiderio.

 

***

 

Somiglianze

Ha il tuo volto Eros,
la grazia della tua danza,
le sinuose movenze
dei tuoi gesti quotidiani.
Possiede la nudità
del tuo cuore –
quando in ogni ombra,
sulla tua pelle, interro
il seme di una voglia.

 

***

 

Chimera

Nel grembo del cranio,
un vino che inebria più
del sogno, ha suonato
la sua chimera.
È il succo di un’uva
mai impura,
grappolo di forme
appeso al corpo
dei nostri desideri.

Nel grembo del cranio,
il pozzo della nostra luce
s’è fatto nido di seduzione.

 

***

 

Roride labbra

Il latte d’un canto
inudibile
s’insinua nella dolce
crepa del tuo corpo.
È un nettare di pane
e viscere,
che scende, piano,
dai tuoi lombi,
a covare scintille di sole,
l’ansimare di un vento
segreto –
roride labbra dell’
e s s e r e – s o g n o.

 

***

 

La lanterna di Narciso

La bestia del simbolo
ha la sua caverna
tra i tuoi capelli,
fra le tue cosce;
la sua lingua, come serpente
lunare, precipita
sui tuoi capezzoli di perla
e la sua bocca,
col suo esistere acerbo,
soffia sulla tua schiena
carnosa – quella bestia sono io:

“la mia mano getta
la lanterna di Narciso”.

 

***

 

Profumo d’argilla

Quel mormorare di polvere e cenere,
prossime le fronti amate alla fiamma
che le unisce – rosa senza petali,
scompare dall’aura del nostro letto
occulto e si fa profumo d’argilla,
di lucciole cieche che si cercano
nella nuvola dei nostri respiri…
Quel mormorare di polvere e cenere…