La sinfonia New England Holydays di C. E. Ives

Un appunto

Charles Ives (1874 – 1954)
A Symphony: New England Holidays

1. Washington’s Birthday – Very slowly. Allegro. Andante
Composizione: 1909 – 1913 circa
Prima esecuzione: San Francisco, Community Playhouse, 3 settembre 1931
Edizione: New Music Editions, San Francisco, 1936
• https://www.youtube.com/watch?v=oivK3JAuRCU&t=261s

2. Decoration Day – Very slowly. Allegro
Composizione: 1912 – 1913 circa
Prima esecuzione: Havana, Teatro Nacional, 27 dicembre 1931
Edizione: Peer International, New York, 1962
• https://www.youtube.com/watch?v=LoRK-pzDCGE&t=115s

3. The Fourth of July – Adagio molto. Allegro con spirito
Composizione: 1911 – 1913 circa
Prima esecuzione: Parigi, Salle Pleyel, 21 febbraio 1932
Edizione: Edition Adler, Berlino, 1932
• https://www.youtube.com/watch?v=YTCF52GQSnA&t=104s

4. Thanksgiving and Forefathers’ Day – Adagio maestoso. Adagio cantabile. Maestoso
Composizione: 1904 circa
Prima esecuzione: Minneapolis, Northrop Memorial Auditorium, 9 aprile 1954
Edizione: Peer International, New York, 1971
• https://www.youtube.com/watch?v=6ELbo4j3UQk

Stupendo è il lavoro che fa qui Ives sulla memoria onirica. Quattro festività tradizionali americane ricordate come vissute da ragazzo.
La tecnica, considerati gli anni in cui sono stati composti questi pezzi, è d’una modernità sconvolgente: un’operazione di collage e accurato montaggio che solo in parte è postmoderna ante litteram, poiché non solo il suo fine è fortemente lirico ed evocativo, ma soprattutto perché la coerenza etica ed estetica supera di gran lunga le numerose fratture stilistiche dovute all’uso di materiali estremamente eterogenei.
In un complesso coacervo di segni e segnali plurimi, con conseguenti sovrapposizioni politonali e poliritmiche, dunque, in questa sinfonia si trovano a coesistere canzoni tradizionali patriottiche e popolari, corali religiosi, danze campestri, musica bandistica, evocazioni di stati d’animo e paesaggi, strutture armoniche che vanno dai più banali accordi a costruzioni per quarte e atonali.
Il tutto immerso in pastoie materiche di densi blocchi contrapposti con momenti più intimi d’accostamenti timbrici che sfiorano a volte il surreale e in cui un nodo di particolari emerge da una zona più rarefatta.
Sembra che qui Ives metta in campo una dialettica materia – figura simile a quella di Medardo Rosso e che cerchi nella materia fonica solo una superficie lirica che possa accogliere il potere della musica, e del silenzio che la struttura in nuce, di dare forma e senso alla visione e al sogno.

Roberto Nespola