“Non sa leggere né scrivere, ma sa cantare” – Il Billy Budd di Britten all’Opera di Roma

“Non sa leggere né scrivere, ma sa cantare”

Attorno al Billy Budd di Benjamin Britten in occasione del suo allestimento all’Opera di Roma

 

Mi è stato dato di vedere molte cose
buone e molte cose malvagie, ma le cose
buone non erano mai perfette. In esse vi
è sempre una smagliatura, nell’immagine
divina qualche difetto, qualche
imperfezione, nel canto angelico qualche
stonatura, nel discorso divino qualche
balbettio. Cosí che il Diavolo conserva
sempre un suo ruolo su quanto di umano
vi è su questa terra.
Oh, cosa ho fatto? Oh cosa, cosa ho
fatto? Confusione, quanta confusione!
Ho cercato di essere una buona guida
per gli altri, ma mi sono smarrito nel
mare infinito.
Edward Morgan Foster e Eric Croizer, libretto per la musica di Benjamin Britten – tratto da Billy Budd, marinaio di Herman Melville – Atto Primo, Prologo, Vere


Teatro dell’Opera di Roma, maggio 2017
Come la scrittura di Melville si attiene claustrofobicamente ai fatti, cercando d’indagare i moti dell’animo umano (e disumano, direi) senza mai distaccarsene, ragionando in primis su di sé, così la meravigliosa tinta timbrica di Britten, assolutamente consona al dramma, segue e insegue i personaggi in un clima asfittico e chiuso, penetrando nei loro pensieri e nei loro gesti; ne diviene prisma psicologico ed emotivo. E parlo di tinta drammatica non a caso, pensando a Verdi. Il suono creato da Britten, il melos sempre presente ma in filigrana, si attiene strettamente ai personaggi e alle azioni, li avvolge come una seconda pelle. Questa è una musica che penetra nello spazio scenico e nel corpo dei cantanti chiedendo di farsi azione, di farsi gesto e mimica; una musica che penetra nelle orecchie e nel cuore rendendoli teatro e cassa di risonanza.
Roberto Nespola


BILLY BUDD
(“The cheerful sea-Hyperion”)
Un atto di Salvatore Quasimodo
(tratto dal racconto di H. Melville)
Musica di Giorgio Federico Ghedini (1949) 
“…voce senza parole canta il mare. L’uomo è lontano qui dove tu canti.”
***
CANTO DI BILLY
“L’invidia e l’odio sono specchi taglienti: desolate, fredde misure della morte.”